Entrare in contatto con la montagna

A noi piace collaborare con altri professionisti perché crediamo apportino un contributo importante ed interessante alla comprensione di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda.

Oggi vi presentiamo Emanuele Enria che qualcuno di voi ha già avuto il piacere di conoscere! Con lui abbiamo organizzato per Febbraio una camminata sulla Serra Morenica e qui di seguito ci racconta con la sua anima poetica e di ricercatore il legame tra il cammino e il Feldenkrais, disciplina di cui è insegnante.

Forse, è tempo di riaffidarci a chi cammina. All’istinto dei camminatori.

Da un po’ di tempo mi sto convincendo di una cosa: forse spetta ai piedi, al camminare, l’ultimo, disperato tentativo di costruire intorno a noi un paesaggio, un abitare, un sentire, un conoscere, una politica, che ci riavvicini alla terra, ai gesti, ai materiali, ai venti, alla luce, ai nomi e alle forme di quel che tocchiamo, coltiviamo, trasformiamo, mangiamo?

Perché i camminatori, quelli veri, lo fanno per istinto. Affinando empaticamente i loro sensi, camminando e camminando.

Chi cammina, cerca, cerca sempre. Rimane in uno stato di ricerca perpetua.

L’antropologo Tim Ingold, la soprannomina una blue sky research, un modo di vivere curiosamente. Altrimenti, when you know too much through books (quando sai troppo dai libri), you see your knowkedge more than things; and when you know too much, you can easily become unwise (vedi il tuo sapere più delle cose che ti stanno attorno; e quando conosci troppo, puoi facilmente perdere la tua saggezza).

C’è un camminare del pensiero, delle emozioni. Delle note musicali. Delle dita di una mano..

Per questo il camminare unisce i saperi: No hay caminos, hay que caminar si intitola una celebre composizione di Luigi Nono.

Un tempo utopico in cui il filosofo e lo scienziato, il botanico e il giardiniere, il compositore e l’artigiano, si incontrano camminando. Come dentro una danza. Una gaia scienza, direbbe Nietzsche.

C’è sempre qualcosa di blu, una blue note, nelle scoperte, nella creazione. Una curiosità che calpesta, che tocca, raccoglie, annusa, corre, danza; che usa il corpo, insomma, per fare esperienza.

Lei, per esempio, si chiama Raffaella Cinti, e il suo progetto Trek It Easy. Nei mesi moribondi di lock down, è spuntata come un fiore dentro gli interstizi di bandiere e colori con cui i territori disciplinavano la circolazione. Seguirla è stato riaffacciarsi con la testa all’insù verso una cima. Sentire sotto i piedi la linea di un tracciato, la fossa arrotondata delle pause, quando i piedi, le ginocchia, i gomiti, il naso, la bocca, le orecchie vi poggiano sopra per auscultare meglio il battito della terra in quel punto. O, forse, trovarne la sua antica traccia marina.

Respirare un istinto.

Per tutto l’anno, quasi ogni fine settimana e altro, ci si può nutrire di questo “piccolo mandala” di calendario di camminate. C’è davvero di tutto. Sentieri, itinerari, collaborazioni, scambi con altre discipline, in cui ho avuto la fortuna di farne parte.

Il dialogo tra le camminate e momenti esperienziali con il Feldenkrais, approccio che insegno e utilizzo nelle mie ricerche, è avvenuto così naturalmente. Entrambi ci pongono in una condizione di ascolto e scoperta.

Ogni movimento è come una scrittura nello spazio.

Per questo, quando le camminate di Trek it Easy  dialogano con il Feldenkrais scegliamo sempre un tema e un atteggiamento da attraversare e scoprire durante l’itinerario. Generalmente nel Feldenkrais si lavora molto stesi a terra. I sentieri di montagna consentono di sperimentare altre forme di appoggio e verticalità, ma anche di tocco: sulla roccia, aderendo ai tronchi degli alberi, nella pendenza dei selciati, dialogando con le linee e le spirali che la natura usa all’interno dei suoi processi di crescita. Viverlo dentro il proprio corpo permette di non intellettualizzare la comprensione ma di espanderla in maniera organica, attraverso la sensazione e la percezione che avviene dentro di noi.

Così che, ogni volta, alla fine della giornata viene già voglia di pensare a una prossima camminata. Che tipo di scrittura avrà?

>>> Per leggere ed iscriverti al programma che abbiamo ideato con Emanuele per il 5 Febbraio 2023 clicca qui !

Emanuele Enria è performer e insegnante del Metodo Feldenkrais, costruisce percorsi esperienziali attraverso il movimento in luoghi e contesti diversi. Fin dal 2014, attraverso il progetto/mostra Equilibrium a Firenze si è interessato al camminare, che considera l’azione più poetica e sovversiva concessa agli essere umani. 

Qui di seguito i link che Emanuele ha piacere di condividere: YogaShanga e un articolo!

A proposito di noi:

Siamo guide escursionistiche!

Anime nomadi e curiose; amanti della montagna in tutte le stagioni e delle esplorazioni a piedi in natura dalla pianura alle alte quote.

Dal 2020 proponiamo un calendario di escursioni, trekking & immersioni di benessere in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria durante tutto l’anno e con livelli diversi di difficoltà.

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